sabato 4 febbraio 2012

Mehmet Siyah Kalem (Siyah Qalem, Siyah Qalam), Mehmet Matita Nera, un grande maestro misconosciuto.



Ho nutrito per lungo tempo, senza esserne pienamente consapevole, una sotterranea, persistente, intensa attrazione per un pittore dell'Asia Centrale vissuto - forse - nel XV secolo. Senza nemmeno sapere chi fosse ma finendo di fatto col tornare e ritornare alla sua opera, mettendo sullo schermo del computer una sua miniatura per guardarla ogni giorno, e poi sostituendola con una altra che pure non potevo fare a meno di avere sotto il naso continuamente, senza neppure avere la precisa cognizione che fosse, appunto, sempre lui. Alla fine questo amore si è rivelato una cosa seria, come a volte capita, e mi sono decisa a conoscere l'oggetto della mia irresitibile passione. Si tratta di un pittore eccentrico entro la storia della miniatura medio orientale, e ignoto ai più, deduco dalla scarsità di bibliografia a lui specificamente dedicata, nel mondo occidentale.

Nato in Asia Centrale (Iran o Turkestan) nel XV secolo, di Mehmet Siyah Kalem non si sa nulla, se non che nel museo del Topkapi Sarayi sono conservate circa 153 notevolissime miniature a lui - o alla sua scuola - attribuite. I suoi dipinti si trovano negli album cosidetti del Conquistatore, perché includono due ritratti di quel sultano. Gli album sono composti da miniature tratte da manoscritti del XIV, XV e degli inizi del XVI secolo e una serie di dipinti è attribuita al misterioso Maestro Mehmet Siyah Kalem. Finora ho detto "pittore", ma forse è più di uno; ho detto XV secolo, ma anche questo non si sa per certo, si oscilla tra il XIII e il XV; la sua identità a cui si è lavorato per un mezzo secolo di congetture continua a sfuggire; resta plausibile che abbia operato tra Tabriz, Herat e Samarcanda e che la sua opera sia approdata a Istanbul come bottino di guerra all'inizio del XVI secolo. Nei dipinti, pervasi di un mordace humor, di demoni, di umani come demoni, di steppe, di sciamani, di preti, di viandanti, di cavalli, di tori, di draghi, si vede l'influenza cinese, buddista, sciamanica. Da quello che ho capito, sulle strade delle sue miniature, sempre percorrendo ampi spazi, si incontrano turchi, indiani, mongoli, neri, sciamani, dervisci, buddisti, monaci nestoriani, ricchi, poveri, giganti, demoni.

Sono pitture piene di movimento e di forza e di un gusto antigrazioso del tutto assente nella calligrafica arte persiana, e mentre sembrerebbe che tale mirabile, possente scuola sia finita nel nulla, un'altra ipotesi è che abbia invece avuto una notevole influenza sulla pittura turca, facendone comprendere alcune discontinuità rispetto all'idilliaca, languida miniatura persiana in cui la turca affonda le radici.

Mehmet Siyah Kalem significa Mehmet Matita Nera - certo fu chiamato così per la sua pittura "oscura" nei temi, con sciamani, demoni e ginn, come pure nei toni (nero, marrone, bruno) - ed è definito dai pochi che ne parlano in lingua non turca  (ovvero quelli a me accessibili) un grandissimo, sublime pittore pochissimo conosciuto.

Esiste un'edizione completa in fac-simile delle tavole del Maestro Mehmed Siyah Qalem possedute dal Topkapi Sarayi Müzesi Istanbul e dalla Freer Gallery of Art di Washington.
Ipsiroglu, Mazhar, S. (testo introduttivo). Siyah Qalem Mehmed. Edizione completa in Fac-simile delle tavole del Maestro Mehmed Siyah Qalem possedute dal Topkapi Sarayi Muzesi di Istambul e dalla Freer Gallery of Art di Washington. Riproduzione delle tavole del celeberrimo maestro mongolo del XV secolo e dei suoi allievi e continuatori. Edizione composta in carattere bembo nelle Officine Grafiche Bertoncello in 399 esemplari numerati. Traduzione di Fernando Quattrocchi. Roma, Salerno 1984, cm.28x39, pp.50, 80 tavv.di facsimile leg.ed.. in piena tela nera con incisioni in oro e una tavola sul piatto. 

Recentemente l'occidente ha potuto vedere alcune sue opere tramite una mostra tenutasi a Londra nel 2005.

Nel sito del catalogo (quanto a quest'ultimo, non so quanto spazio gli dedichi, la mostra era ampia e articolata, non dedicata a lui)  le sue opere sono presentate così:

But if one were to single out any particular group of works of art in the exhibition, it must surely be the fantastic drawings attributed to Muhammad Siyah Qalam (Muhammad of the Black Pen) from albums in the library of Topkapi Saray. These are so extraordinary, in virtuosity and subject matter, that they are unparalleled. Never seen in such quantity outside Turkey before, in many ways they rival the famous exhibition at the Academy some years ago of Leonardo da Vinci’s drawings, from another royal collection, the one at Windsor. In many ways they are more important, because they are almost totally unknown. They alone are worth a pilgrimage to London, for even in Istanbul the chance to peruse them is a privilege reserved for scholars.


Vedi alcune note su di lui in:

www.britannica.com

www.yerleske-campus.info

Il sito del Topkapi ci dà alcune minaiture sue e della sua scuola (quelle che seguono immediatamente sotto vengono da lì) in una sezione introdotta pressapoco con queste parole: Cina, cineserie e pittura nel Turkestan sotto i timuridi. L'influenza cinese ha dominato il mondo mongolo e l'area east del Turkestan nel campo della pittura. L'influenza cinese è stata portata in Asia occidentale da mongoli e persiani. Durante il tempo di Tamerlano, i rapporti fra turcomanni e la corte dei Ming erano effettivi. Sotto Shah Rukh le relazioni con la Cina erano diventate più cordiali, ma quando i Ming tornarono al neo confucianesimo le tradizionali relazioni di doni e scambi cessarono. In ogni caso, il commercio via terra fra la Cina e l'Asia centrale rimase costante. Gli effetti della cultura cinese sull'arte dell'Asia Centrale divenne dominante nel primo 1400. Le miniature presentate in questa pagina sono attribuite a Memeth Siyah Qalem e ad altri pittori della scuola Siyah Qalem.











Sul sito franceculture.fr trovo qualcuno forse più scatenato di me nel tessere lodi per il formidabile Mehemet Siyah Kalem, cui attribuisce influssi cinesi, persiani, russi, ma anche bizantini e perfino romanici e gotici; ci suggerisce un'identità, ovvero che Penna Nera sia Darvich Muhammad, grande artista della scuola di Tabriz che ha lavorato per il principe Yacoub Bey (1478-1490) e le cui opere sarebbero state portate a Istanbul da Selim I dopo la conquista di Tabriz; inoltre ci ricorda che l'Europa lo conobbe con due grandi mostre oramai troppo lontane nel tempo, Monaco nel 1910 3 Londra nel 1931:

Nous entrons dans l’œuvre de ce magnifique peintre de la fin du XVe siècle qui nous introduit dans le monde des steppes s’étendant en Asie Centrale vers la Chine.

Il s’agit d’une peinture unique peuplée de nomades, de bestiaires, d’humains et de démons, de mendiants errants, de derviches empruntant leurs costumes et attributs aux spirituels bouddhistes, sorte de qalanders marqués par le chamanisme.

Ces œuvres créent leur style en combinant l’apport chinois, persan, russe, byzantin et en répercutant même parfois des échos romans ou gothiques. Bref, le peintre génial procède à la fois des traditions orientales et occidentales. Peintre immense dont l’œuvre nous est parvenue à travers quatre albums rapportés par le sultan ottoman Sélim Ier après avoir conquis Tabriz en 1514. IL s’agirait peut-être d’un des noms du grand peintre Darvich Muhammad qui travaillait dans la cour du prince Yacoub Bey (1478-1490), appartenant à la dynastie des Akkoyunlu. Il représenterait l’école turkomane de Tabriz.

Siyâh Qalem veut dire plume noire, ou encore sombre et même folle, façon de signaler aussi bien le style (la dominance du trait noir) que l’atmosphère inquiétante suscitant la frayeur qui se dégage de cette peinture tout autant réaliste qu’expressionniste. L’essentiel de cette œuvre, découverte par le public européen lors des expositions de Munich (1910) et de Londres (1931) est conservé au musée de Top Kapi à Istanbul.

Bibliographie :

L’Asie des Tartares. Rencontre avec Siyah Qalem, photographies de Roland et Sabrina Michaud, introduction de Thierry Zarcone, Gallimard, 2011

Mazhar Ipsiroglu, Siyah Qalem, Ed. Akademische Druck, Graz, 1976.

Ben Mehmed Siyah Kalem, Master of Humans and Demons, Ed. Yapi Kredi, Istanbul, 2004

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Da qui in poi, immagini catturate sul web per ogni dove.













Questa ricca serie di immagini, da proteus.brown.edu



 Da itusozluk.com


Da wikipedia





 Da www.altarmodeling.com



Da www.barbadgolshiri.com







Da  archive.worldhistoria.com





Da defoluyazilar.blogspot.com





Da monsterbrains.blogspot.com







Da content.lib.washington.edu


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Un giovane studioso si è lanciato in un'analisi del concetto di identità mettendo a confronto Penna Nera e Pamuk.
Muge Atala Master's Student, Department of Philosophy, Middle East Technical University Ankara, Turkey
My essay evaluates two works, namely, acclaimed Turkish author Orhan Pamuk's 1998 novel "My Name is Red" and the miniatures of Mehmed Siyah Kalem, the enigmatic central Asian miniaturist from the 14th and 15th centuries.
In  h10.cgpublisher.com


Dal sito Encyclopaedia Iranica, una lunga nota sul siya qalam

Da Archnet, un contributo sull'arte mongola durante la conquista.


Dal SID

Ipsiroglu




3 commenti:

  1. grazie per questi "incontri sull'arte mirabilia" a puntate!!!

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  2. che meraviglia tutto! queste precise mirabilia qua e il tuo accanimento miniaturomane! grazie comunque per la divulgazione..ecco che una passione segreta intende sublimarsi e approdare a divulgazione! ma è la strada giusta perché chi condivide -e tu grazie al cielo lo fai sempre, ne ha un ritorno in altri nuovi e misteriosi modi giacchè l'espansione porta crescenza e nuovi voluttuosi sviluppi di volute evolute!

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  3. Grazie, una preziosa ricerca!
    Anch'io amo penna nera.

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