sabato 28 aprile 2012

Alice e Humpty Dumpty





Tuttavia, l'uovo non fece che diventare sempre più grande e sempre più grosso e assumere un aspetto sempre più umano: era ormai giunta a pochi metri di distanza, quando Alice si accorse che aveva occhi, naso e bocca; e quando gli fu del tutto vicina, vide chiaramente che si trattava di HUMPTY DUMPTY in persona. "Non può essere altro che lui!" disse fra sé e sé. "Ne sono sicurissima, come se avesse il nome scritto tutt'intorno alla faccia!"
Ce l'avrebbero potuto scrivere facilmente almeno un centinaio di volte, su quell'enorme faccione. Humpty Dumpty se ne stava seduto, con le gambe incrociate come un Turco, sopra un muretto piuttosto alto - così stretto che Alice non capiva come facesse a stare in equilibrio - e poiché lui teneva lo sguardo fisso da un'altra parte e non la guardava per niente, pensò che, tutto sommato, forse non era altro che un fantoccio imbottito.
"È preciso identico a un uovo, per davvero!" disse a voce alta, mentre stava pronta con le mani per afferrarlo, poiché si aspettava da un momento all'altro di vederlo cadere.
"È una vera provocazione" disse Humpty Dumpty dopo un lungo silenzio e senza guardare in direzione di Alice, "sentirsi dare dell'uovo - veramente!"
"Ho detto che sembra un uovo, signore" spiegò Alice gentilmente. "E certe uova sono molto belle" aggiunse, sperando di riuscire a far passare la sua osservazione per un complimento.
"Certa gente" ribatté Humpty Dumpty, continuando a guardare dall'altra parte, "non ha più giudizio di un neonato!"
Alice non sapeva cosa replicare: non si trattava di un dialogo vero e proprio, pensò perché lui non parlava mai direttamente con lei; in effetti, quell'ultima osservazione sembrava che l'avesse fatta a un albero - allora se ne stette ferma e cominciò a recitare quietamente fra sé:

Humpty Dumpty sul muro era seduto;
Humpty Dumpty dal muro era caduto.

Con tutti tutti i suoi cavalli
E con tutti tutti i suoi fanti
Nemmeno il Re poté
Rimettere Humpty Dumpty su quel muro ove era seduto.

Da psyco.com

martedì 17 aprile 2012

Cina. Mythical creature, chinese painting





Mythical creature (detail)
Chinese painted album of animals and birds.
19th century.
Chester Beatty Library.

L'immagine viene da una cartolina della  Chester Beatty Library.
La mytical, che trovo impagabile, è stata acquistata nel piccolo shop dell'apprezzabile C.B.Library di Dublino.
Andateci: belle collezioni di stampe, disegni, miniature, manoscritti, tutti di alta qualità e alcuni - bibbia - di grande rarità. Piacevole anche il caffè interno, nella corte coperta.
C.B. è stato un magnate americano e grande collezionista che ha beneficiato l'Irlanda grata di ricco dono.

Questo il sito:

http://www.cbl.ie/

E qualche stralcio:

The Chester Beatty Library, one of Ireland's National Cultural Institutions, was created by Sir Alfred Chester Beatty and bequeathed by him to a trust for the benefit of the public. The Library is both an art museum and library, housing an outstanding collection of Islamic manuscripts, Chinese, Japanese, Indian and other Oriental art. Early papyri, including some of the earliest texts of the Bible and other early Christian manuscripts, western prints and printed books complete what is one of the richest collections of its kind in the world. The CBL Reference Library contains 8,000 volumes relating to the collection.

pattern amour 2


lunedì 16 aprile 2012

Cina. The pure scream, chinese painting




The pure scream
Detail from a Chinese painted handscroll by Lin Chang-Hu, 1999
Chester Beatty Library.

L'immagine viene da una cartolina della  Chester Beatty Library.


Questo il sito:

http://www.cbl.ie/


Cina. Un respirante vaso-uccello del neolitico.





Un vaso di ceramica nera destinato a contenere cibo, a forma di uccello, del periodo neolitico (V - VI millennio a. C.).

Da 7000 anni di Cina, Silvana Ed, Milano 1983

E' un bellissimo "gufo", trovato nella tomba di una donna, evidentemente importante.

Pare che questo tripode avimorfo sia oggetto raro, mai rinvenuto in siti di quel tipo.

Mi commuove; rievoca alla mia mente l'altrimenti inimitabile ceramica precolombina, l'unica nella quale abbia visto la ceramica gonfiarsi e respirare organicamente, come per questo gufo.

Giappone. Maschere No

Nel Kabuki gli attori si truccano, nel No si mascherano. Ecco alcune maschere del teatro No di eccezionale bellezza. Dal sito di un antiquario,  harumi antiques, maschere No e Kyogen, possiamo conoscerne i nomi e il senso.

Le immagini di maschere che propongo provengono da Compagnia Zeami-za della famiglia Kanze. Il Sottile incanto. Tre giornate di teatro No. 26-27-28 giugno 1989. Teatro dell'Opera di Roma. Cappelletti e Riscassi, Milano 1989.

Famiglia Kanze: una dinastia.



Questa maschera credo sia "Zo-onna".
A mature woman in her thirties, with an atmosphere of divine purity (dal sito con le maschere prima indicato).



Questa è certamente "Okina".
One of the best known masks types. The most senior actor dances for world peace and good harvest on the opening ceremonial stage. The Okina mask is constructed differently from other masks; the lower jaw is carved as a separate piece and attached by string.



Questa altrettanto sicuramente è "Hannya".
Expresses the fury of a woman turned demon by jealousy and frustration.

Nel giugno 1989 andai a vedere uno spettacolo di No, eccezionalmente a Roma. Fui tra quegli spettatori che rimasero fino alla fine.

Il teatro No è stilizzato, lento, astratto, straordinariamente intenso. Ho dimenticato molti appassionati drammi, ma non quello spettacolo.

Era la storia di un giardiniere che amava una dama di corte; la dama gli dice che lo ricambierà, se lui solleverà il peso dell'amore. Un masso avvolto in una pezza di seta. Il vecchio muore nello sforzo. La dama pentita si china sul masso, ma non può più rialzarsi: resta inchiodata dalla colpa e dal rimorso. Sarebbe preda dello spettro del giardiniere, se in questi la furia non cedesse all'amore: diverrà lo spirito guida della dama.



l'amour 26


sabato 14 aprile 2012

Cina. Le trecento poesie Tang


Le Trecento poesie T'ang.

Versioni dal cinese e introduzione di Martin Benedikter, I Millenni Einaudi, Torino, 1961.
Oggi vedo, da un giro su rete, che si trova in edizione Mondadori, Milano, 1972 (edizione su licenza di Giulio Einaudi Editore, © 1961).

Si tratta di un'antologia “popolare”, della poesia T’ang (età d’oro della lirica cinese, dinastia lunga tre secoli, dal 618 al 907) raccolta nella metà del XVII secolo – la raccolta completa è di 900 volumi - da un certo Heng T’ang t’ui shih, L’Eremita dello Stagno di Loto.

Wang Wei, Li Po, Po Chu-i, Tu Fu, i più famosi poeti della raccolta.

WANG WEI 699-759; funzionario dalla travagliata e importante vita politica, poeta, pittore e medico. Restano quattro libri delle sue poesie. Uno spirito nitidamente buddista permea la sua lirica.

Risposta al prefetto Chang

Tardo negli anni sola quiete amo,
le diecimila cose non mi serrano il cuore.
Dinanzi agli occhi, non grandi disegni,
nel vuoto io tendo verso le selve antiche.

Tra i pini il vento spira, la cintura dislega,
nei monti la luna splende sul sonoro liuto.
Tu domandi ragione di mala e buona sorte…
Canto di pescatori scende l’ultima riva.




In vicinanza del tempio dei Densi Aromi

Non so il tempio dei densi aromi.
Per molte li penetro nubi e cime,
fra i vecchi tronchi senza sentiero umano…,
ma dal fondo dei monti, da dove, il gong?

Voce di fonti gorgoglia tra levigati sassi,
il lume del sole raggela nel cupo dei pini.
Diafana ora della sera: nel vuoto cerchio dello stagno,
in contemplata pace il velenoso drago si placa.



La mia casa nel Chung-nan

Di media età mi volsi ad amare il tao.
Nei tardi anni dimoro alla soglia dei monti del sud.
Quando mi piace ogni volta da solo m’avvio,
ciò che è bello, in solitudine intendo.

Cammino fin dove l’acqua finisce,
siedo e contemplo le nubi sollevarsi nell’ora.
Se a caso incontro nella selva il vecchio,
lieti parliamo senza tempo per il ritorno.



Addio

Per la montagna siamo venuti insieme.
Tramonta il sole, chiudo l’uscio silvestre.
A primavera verdeggerà l’erba novella:
gentile amico tu torni, o non torni?


Le tre pitture che vedete sopra, su seta, sono di Zhang Xuan, "Women Preparing Newly Woven Silk"; pittore T'ang, ovviamente. Dal questo sito, dell'università di Pittsburg, che dà anche sintetiche notizie sui T'ang.




Questa pittura invece è di Zhou Fang, 8th century. The center portion of a scroll of ladies playing double sixes. Probably a Song copy. Da wikipedia


LU LUN

Canti di frontiera

S’è oscurata la luna, le oche selvatiche volano in alto,
il capo degli Unni nella notte cerca la fuga,
e noi l’inseguiamo presto, leggeri d’armi sopra i cavalli.
Alta è la neve. Riempie gli archi, le spade.



CH’UAN TE-YU

Alla maniera della torre di giada

Ieri notte la cintura della veste s’è scivolata da sola,
stamane un rosso ragnetto ho visto volare,
a cipria e belletto non riesco a resistere…
non è che il mio “randello” sta per tornare?



LIU TSUNG-YUAN

Neve sul fiume

Su mille cime si dilegua degli uccelli il volo.
Su diecimila vie degli uomini muore la traccia.
In solitaria barca, un vecchio, manto di giunco e tesa di bambù,
solo, pesca nel fiume neve e gelo.



LI SHANG-YIN

Salendo l’altipiano di Lo-yu

Quando viene la sera il mio cuore si turba.
Spingo i cavalli del carro sul vecchio altipiano.
Senza fine è bello l’ultimo sole.
Ma sono vicine, le tenebre brune.



CH’EN T’AO

Disappunto di primavera

Ho battuto le mani, ho scacciato il rigogolo.
Non voglio che canti sul ramo!
Cantando ha spaurito il mio sogno.
Non m’è riuscito di giungere sino a Liao-hsi.






Dipinto con dame T'ang, da fog.ccsf.edu


CHANG HANG CHIU-LING  

Guardo la luna e penso all'amico lontano

Sale dal mare la chiara luna,
sopra gli orizzonti ci unisce nell'ora.
Ma il sentimento nostro non ama il vuoto della notte,
la lunga sera ravviva la nostalgia, il ricordo.


A lume spento amo la piena del chiarore,
addosso sento la veste molle di rugiada.
Nulla posso donarti a piene mani:
torno nella stanza, sogno le ore felici.






Cortigiano T'ang, da artnet,com


TS'UI T'U  

l'oca selvatica solitaria

File e file ritornano, si perdono oltre confine.
Ma tu dove vai, tutta sola?
Nella pioggia di sera chiami le altre, perdute,
sulla diga deserta incerta discendi.

Sull'isola avvolta di nebbia passi nel fondo del buio,
la luna di frontiera fredda t'insegue.
Non è che devi incontrare l'arco disteso,
volare da sola al tuo pericolo non basta.


domenica 8 aprile 2012

sabato 7 aprile 2012

Humpty Dumpty



Humpty Dumpty sat on a wall.
Humpty Dumpty had a great fall.
All the king's horses and all the king's men
Couldn't put Humpty together again.

Un uovo che non era duro
Cadde dell'alto di un muro
Tutti i soldati del re
Non riuscirono a rimetterlo in piè.

l'amour 21



Papavero

dicon cattive
ma bambine cattive
no! mica è vero


col buon Orsillo
la bambina per mano
mira lontano