domenica 24 marzo 2013

Cina. I bronzi Shang



Tra i più begli oggetti che io abbia mai visto.

Cominciamo con il citare un sito in francese, che ci faccia sapere chi siano questi Shang.


« La dynastie Shang (environ 1600 - 1100 av. J.C.)



Probablement la plus connue des dynasties chinoises est la dynastie Shang.

Deux des plus importantes contributions de la dynastie des Shang étaient l'usage du bronze et le système d'écriture.

A son apogée, la dynastie Shang occupe un territoire assez vaste dans le cours moyen du Fleuve Jaune. Elle a changé plusieurs fois de capitale.


Les tombes des nobles de Shang enferment quantité d'objets, car les Shang croient que les morts peuvent en profiter dans l'au-delà. Les archéologues ont trouvé dans ces tombes des vases et des coupes servant aux rituels, des armes, des chars de combats avec leurs chevaux et des esclaves sacrifiés pour la circonstance.

Sous la dynastie Shang, la technique de fabrication des objets de bronze est déjà très évoluée. Beaucoup de vases, de récipients et de coupes destinés aux rituels sont en bronze. Ces pièces atteignent parfois des tailles assez imposantes. Cependant, le bronze reste une matière précieuse. Il n'est donc pas encore employé dans la fabrication des outils agricoles. Et, pendant plusieurs centaines d'années, les paysans continuent à travailler à l'aide d'outils en bois ou en pierre.
Parmi les nombreuses découvertes de bronzes antiques, on constate alors une rationalisation des formes en fonction de leur usage. Les bronzes deviennent l'illustration frappante d'une organisation complexe de la société chinoise où les rites touchèrent à la fois le pouvoir et la vie de tous les jours. Les artistes ont brillé par leur créativité pour décorer les récipients, les instruments, les armes et les divers accessoires en métal. »






In questo sito, diverso dal precedente, in inglese, si discetta sui bronzi, dandoci alquante informazioni e illustrazioni; abbiamo anche alcuni schemi con le forme più frequenti assunte dai bronzi, oggetti con funzione rituale.


Anche qui , di nuovo in inglese, varie informazioni e illustrazioni.
Questo è il mostro taotie, ripetuto all’infinito sui bronzi.




dal museo di sanxingdui , bronzi (ed altro).




Ora due immagini, di cui segnalo la fonte: si tratta di siti che non vi invito a visitare, ma che indico per dirvi da dove vengono le immagini.

Da qui



Ancient Sichuan: Bird Head, Bronze, Late Shang, ca. 1200 BC


Da qui



Bronze tiger, Late Shang Period (c. 1200-1050 B.C.)
Jiangxi Provincial Museum, Nanchang

I bronzi venivano usati ritualmente; riti sciamanici che mettevano in comunione gli uomini e le bestie, gli animali guida. Servivano per mescere liquidi e cucinare cibi durante cerimonie.

Un vecchio testo - non antico quanto i vasi, solo del V-IV secolo a. C - parlando dei bronzi dice che gli antichi imperatori fecero estrarre minerali dai monti e dai fiumi per fondere i vasi. Si uccisero fagiani e si invocarono tartarughe perchè i vasi avessero quattro gambe e cuocessero da soli, senza fuoco, si sollevassero senza essere alzati, si muovessero senza essere trasportati, così che si potessero usare nei sacrifici.

Tocco macabro: i raffinati Shang - che iniziarono la scrittura, usarono la seta, scolpirono la giada, produssero la proto porcellana e fusero i mirabili bronzi - attuavano sacrifici umani; in una tomba sono stati trovati fino a 76 cadaveri di uomini che hanno tutto l'aspetto di essere stati sacrificati. E cavalli. Per esempio: carro, due scheletri di cavalli al tiro, uno scheletro umano alla guida.

I Shang sono stati la prima dinastia cinese sufficientemente documentata; prima vennero i misteriosi Xia. Dopo di loro, i famosi - famosi solo dopo la scoperta della tomba con i guerrieri di terracotta - Quin, fulminea dinastia che durò vent'anni, mi pare. Guerrieri di terracotta che alcuni suppongono sostituiscano uomini veri sacrificati.

Vidi i bronzi per la prima volta su un libretto, ARTE CINESE, di Valentino Crivellato, Mondadori 1961. Anche nelle piccole foto in bianco e nero i bronzi risplendono, Valentino canta e loda innamorato, ed io di conserva.

Poi li incontrai di persona in varie mostre:
- la prima a Venezia nell'83, 7000 ANNI DI CINA. Arte e archeologia cinese dal neolitico alla dinastia degli Han, Silvana Editoriale,
- la seconda a Roma nel '93, dieci anni dopo, LA CIVILTA' DEL FIUME GIALLO. I tesori dello Shanxi dalla preistoria all'epoca Ming, Leonardo De Luca Ed.
- poi altre, più recenti.

Dal secondo catalogo, ecco due vasi.
Il primo si suppone dovesse contenere liquidi alcolici; la decorazione è cosituita da due maschere taotie capovolte, che occupano interamente ciascuna delle due facce del vaso. Tra le corna del taotie si nota una cicala dalle lunghe zampe; la cicala rappresenta la resurrezione e la rinascita.

Il secondo vaso si suppone contenesse cereali. La fascia mediana ha ancora due maschere taotie, una per faccia; le maschere sono formate da due draghi affrontati, altri draghi corrono sulla supeficie del vaso.
Già, i draghi. L'estremo oriente è pieno di draghi...




Una piccola riflessione sulle patine. Sono una della componenti del fascino di questi bronzi. Il metallo che cambia, muta, vira verso colorazioni e luminosità impreviste, trasformando l'oggetto. Un brindisi (attingendo dai sacri bronzi dedicati a contenere i vini rituali) agli alchimisti, artigiani, artisti che da sempre cercano di catturare il mistero delle patine, piegarlo al progetto.

Un'altra nota la merita lo sciamnesimo che ha segnato la funzione e l'iconografia di questi bronzi, e che ha accompagnato le libagioni sacre, che avrebbero favorito il viaggio dello sciamano verso il mondo degli spiriti-animali; viaggio per comunicare con loro e contrattare le migliori condizioni tra loro e il suo popolo.
Lo sciamanesimo - una cultura spirituale che ha attraversato i secoli e ha lasciato tracce persistenti presso antichi e moderni popoli del continente eurasiatico – può essere affrontato da diversi punti di vista: le ampie migrazioni dei miti, la rilevanza della tradizione orale, la sintonia uomo-ambiente, la "trance" sciamanica, l'estasi, a confronto di fenomeni storici, ma anche attuali.

Sembrerebbe che, risalendo alle radici della storia, culture che possono essere riferite allo sciamanesimo emergano in un'area molto ampia. Le ricerche sullo sciamanesimo, infatti, hanno inizialmente riguardato le popolazioni ugro-finniche ma, dal confronto tra le tradizioni e i motivi mitologici di vari popoli, da quelli dell’area balcanica e dell’area mediterranea a quelli della Siberia, dagli abitanti delle terre prospicienti l’Adriatico a quelli delle terre intorno al Baltico, è emersa una sorprendente condivisione di miti e credenze, un'antichissima matrice culturale euroasiatica.

Dopo l'epoca Shang, in Cina continua la produzione di bronzi di alto livello - anche se, per alcuni, i bronzi Shang sono di una qualità mai più ripetuta - ma l'esclusiva funzione rituale si perde. I bronzi diventano anche d'uso "quotidiano", per quanto sempre elitario. Non si tratta più di bronzi terrifici dai quali ci guardano animali mostruosi e totemici, di bronzi che camminano da soli e cuociono cibi senza fiamma, che si sollevano, che volano, che ci accompagnano nell'altro mondo.

Mettiamo che ci si volesse raccappezzare; sul sito Chinese grafic art (volendo, anche in cinese), si può acquisire qualche nota su tutte le dinastie

Per esempio, quanto ai Shang si dice:

There are three things to know about the Shang: one, they were the most advanced bronze-working civilization in the world; two, Shang remains provide the earliest and most complete record of Chinese writing (there are a few Neolithic pots that have a few characters scratched on them; however, a few characters do not a complete writing system make), scratched out on the shoulder blades of pigs for oracular purposes; and three, they were quite possibly the most blood-thirsty pre-modern civilization. They liked human sacrifice -- a lot. If a king died, then more than one hundred slaves would join him in the grave. Some of them would be beheaded first. Some of them were just thrown in still alive. Later dynasties replaced the humans with terra-cotta figures, resulting in things like the underground army. They also did things like human sacrifice for building consecrations and other ceremonial events. The Shang had a very odd system of succession: instead of a patrilineal system where power was passed from father to son, the kingship passed from elder brother to younger brother, and when there were no more brothers, then to the oldest maternal nephew.

Ancora sui Shang, notizie da National Geographic



che ci dice, tra l'altro, commentando queste teste:

Experts had long believed that the Yellow River plain was the cultural hub of early China. But in 1986 when a trove of artifacts—including some 50 bronze heads such as these—were unearthed nearly 700 miles (1,000 kilometers) to the southwest in Sanxingdui, the experts realized they were wrong: China had not one ancient center but many. Creating such totems required great technical sophistication because bronze is a tough material to work, says Robert Murowchick, a professor of East Asian archaeology and anthropology at Boston University. "The discovery of these heads," he says, "was a very big deal because it is forcing us to rethink our understanding of early civilizations in ancient China."

Ecco ancora lo stesso inressante signore da qui



Bronze human head with gold leaf, Late Shang Period (c. 1300-1100 B.C.)
Sanxingdui Museum, Guanghan

Eastern Zhou (771 - 256 BC)
Spring & Autumn Period (722 - 481 BC)
Warring States Period (403 - 221 BC)

Ecco due bronzi di grande bellezza, del periodo successivo alla dinastia Shang.

Se lo cercate nel link prima suggerito sulla sequenza delle dinastie, cliccate su Eastern Zhou, troverete il periodo Primavere e Autunni, e quello dei Regni Combattenti. Come si intuisce, succede un gran casino, niente poteri centrali, e botte da orbi. Ma si contiunua a fondere bronzi.

Vaso rituale del periodo Primavere e Autunni, raro in quanto tale ed eccezionale nella fattura. Inclinando il vaso, il becco si apre. L'uccello è sostenuto da una piccola tigre che lo puntella da dietro e che si intravvede. Da 'La civiltà del fiume giallo' cit.




Vaso rituale del periodo Regni Combattenti: un rinoceronte di bronzo, ageminato d'argento e d'oro; il corpo è cosparso di decorazioni a nuvola"; tra una nube e l'altra, si intravvedono realistiche setole... Il liquido esce da una cannula posta sul lato destro della bocca. C'erano allora rinoceronti in Cina? Sì, c'erano. Sia rinoceronti, che elefanti. L'artista l'ha visto bene. Da '700 anni di Cina' cit.

martedì 12 marzo 2013

Cina. Cavalli Tang

Come dipingevano in epoca T'ang? In modo assolutamente perfetto.


Un dipinto di Wu Daozi (ca 710 - 760) andate a vederlo
qui
perchè è chilometrico.


Poi, alcuni magnifici cavalli e cavalieri.





Han Gan (?-780) Metropolitan di N.Y.



Ancora Han Gan


Dal bel sito sulla pittura classica cinese

http://www.chinapage.com/paint1.html

Su Han Gan, o Kan queste notizie, tratte da THIS PAGE IS FOR SUNY ALBANY STUDENTS WHO TAKE CHINESE PAINTING WITH PROFESSOR HARTMAN, un sito dalle pessime riproduzioni, che tuttavia percorre oggetti d'arte cinese rappresentativi e famosi, commentandoli. La nota commenta il primo dipinto, quello con il cavallo bianco, che apprendiamo chiamarsi Night-shining White.

"Han Kan (active 740-760), Night-shining White. Short handscroll. Ink on paper. Chinese paintings of horses are an important subgenre of portrait painting because fine horses were prized for the same qualities prized in humans: strength, fortitude, perseverance. Han Kan was a Court painter who specialized in painting "portraits" of the horses in T'ang Emperor Ming-huang's stable, which is reputed to have housed 40,000 head, among them a pure white stallion called "Night-shining White." According to traditional Chinese aesthetic standards, a good horse painting must not only faithfully depict the flesh and bone-structure of the animal, but also capture its fundamental spirit or essence. This picture may be compared to the famous T'ang three-color pottery horse, and is the beginning of a long tradition of later Chinese horse painting"

lunedì 11 marzo 2013

Cineserie. Confini: isolamento, stranieri, permeabilità, conflitti, ibridazioni.

Un imperatore con 120 figli banchetta per celebrare la conquista dell’impero e guarda, con una qualche stretta al cuore, al futuro. La Cina ha sempre confini ingovernabili, immensi, permeabili, mobili, minacciosi. L’estraneo è sempre alle porte e sempre in casa. A volte come nemico, a volte come dominatore, a volte come colui con cui si scambia.

Il Giappone spesso, forse sempre, riesce ad essere un’isola. Potremmo dire un’isola-spugna pulsante, che ogni tanto assorbe tutto, ogni tanto si strizza e si asciuga da tutto ciò che la circonda. Nel periodo Heian, quello di Dama Murasaky, la spugna era stata strizzata, le ambasciate con la Cina interrotte, i confini chiusi, la corte rinserrata, e si viveva una perfetta vita aristocratica e chiusa, con il mondo che finiva con il – basso, un metro e ottanta contro i sei o i dieci della capitale cinese – giro di mura della capitale, Heian, appunto. Un orlo simbolico, più che una potente difesa.

Tutt'altro, come dicevo, la Cina. Prendiamo il libro "Liriche cinesi" e leggiamo:

“Dinastia dei Han (206 a. C. – 220 d. C.)

E’ una delle più ricche di poesia della storia cinese. Kao Tzu, il fondatore di questa dinastia, di ritorno al suo paese dopo aver conquistato l’Impero, diede un grande festino a cui prese parte con i suoi 120 figli e compose per l’occasione la Canzone del Grande Vento nella quale c’è già un’accorata previsione del futuro.
[…] Le poesie Han servirono da modello a tutte le epoche successive, sia nella forma che nella scelta dei soggetti.

[…]

CANTO DEL GRANDE VENTO

Il grande vento si leva
E le nuvole salpano –
Ho esteso la mia potenza
Per l’universo intero
E torno alla terra natale.
E ora, come trovare
Gli eroi che dovranno vegliare
Su tutte le mie frontiere?


Kao Tzu (247 – 195 a.C.)”


Due poeti guerrieri - Li Ling e Su Wu - dell'epoca Hang vennero fatti prigionieri dagli Unni; dopo 19 anni Su Wu venne liberato. Ma Li Lig, invitato a seguirlo, si alzò e si mise a cantare, ballando:

Venni per diecimila leghe - attraverso deserti di sabbia - al servizio del mio sovrano - per spezzare le schiene degli Unni. - la mia via è bloccata e sbarrata - spezzate le frecce e la spada - la mia armata è svanita - e la mia fama perduta. - La mia vecchia mamma è morta da tanto termpo. Vorrei compiacere il mio principe - ma come posso tornare?


Tanto le note tra virgolette come le poesie provengono da “Liriche cinesi”, op. cit.

Quanto alla calligrafia, insisto: poesia, pittura, calligrafia sono un tutt'uno. Chissà come l'aveva scritta, l'imperatore Kao, la sua canzone.








This painting, which has been traditionally attributed to Yen Li-pen, depicts the 631 AD arrival in the capital of Ch'ang-an of 27 tribute bearers from various states. Their plentiful gifts for the powerful T'ang court have been carefully depicted. These visitors from foreign lands are represented with high foreheads, deep-set eyes, and exotic clothing. This is an excellent example of how a painting can illustrate historical records.


A un certo punto le cose si erano confuse al punto, che i Mongoli divennero imperarori.




Mongol Rider with Administrator (detail)
China, Yuan dynasty
color on silk

Da qui.

Per vedere il magnifico nemico dipinto da se stesso, guardiamo le miniature del Turkestan (conservate al Topkapy) epoca Timuride, contemporanea dei Ming; molti secoli dopo il nostro imperatore poeta, ma i confini continuano ad essere permeabili e incerti, confusi tra amico e nemico.




Cineserie. Li Po

LI PO (? – 762) considerato il massimo poeta lirico cinese.

Bevendo da solo sotto la luna

Tra i fiori, a una brocca di vino
sono io solo, non un amico con me.
Ma levo il bicchiere, e invito la luna,
poi l’ombra di fronte. Noi siamo in tre.

Luna che bere non sai,
ombra che per tua natura segui il mio corpo.
Ora questa è la compagnia, la luna e l’ombra che dà,
e sono lieto fin ch’è primavera.

Se canto vibra la luna su e giù,
se danzo balza l’ombra confusa.
Finché il senno è desto, tutti lega scambievole gioia,
poi gravato d’ebbrezza ciascuno vuole andare diviso…

Ma eternamente voi mi accompagnate nel mio vagare senza sentimento.
Insieme nell’ora ci ritroveremo lontano nel Fiume delle Stelle.

(il fiume delle stelle è la via lattea)


Ecco ora un link su LI PO, o LI BAI, con altre poesie e note (in italiano)
li bai

Da un sito sulla pittura cinese classica http://www.chinapage.com/paint1.html
 un LI PO che se ne va a spasso.

Di Liang Kai - Southern Song Dynasty, 13th century