sabato 14 aprile 2012

Cina. Le trecento poesie Tang


Le Trecento poesie T'ang.

Versioni dal cinese e introduzione di Martin Benedikter, I Millenni Einaudi, Torino, 1961.
Oggi vedo, da un giro su rete, che si trova in edizione Mondadori, Milano, 1972 (edizione su licenza di Giulio Einaudi Editore, © 1961).

Si tratta di un'antologia “popolare”, della poesia T’ang (età d’oro della lirica cinese, dinastia lunga tre secoli, dal 618 al 907) raccolta nella metà del XVII secolo – la raccolta completa è di 900 volumi - da un certo Heng T’ang t’ui shih, L’Eremita dello Stagno di Loto.

Wang Wei, Li Po, Po Chu-i, Tu Fu, i più famosi poeti della raccolta.

WANG WEI 699-759; funzionario dalla travagliata e importante vita politica, poeta, pittore e medico. Restano quattro libri delle sue poesie. Uno spirito nitidamente buddista permea la sua lirica.

Risposta al prefetto Chang

Tardo negli anni sola quiete amo,
le diecimila cose non mi serrano il cuore.
Dinanzi agli occhi, non grandi disegni,
nel vuoto io tendo verso le selve antiche.

Tra i pini il vento spira, la cintura dislega,
nei monti la luna splende sul sonoro liuto.
Tu domandi ragione di mala e buona sorte…
Canto di pescatori scende l’ultima riva.




In vicinanza del tempio dei Densi Aromi

Non so il tempio dei densi aromi.
Per molte li penetro nubi e cime,
fra i vecchi tronchi senza sentiero umano…,
ma dal fondo dei monti, da dove, il gong?

Voce di fonti gorgoglia tra levigati sassi,
il lume del sole raggela nel cupo dei pini.
Diafana ora della sera: nel vuoto cerchio dello stagno,
in contemplata pace il velenoso drago si placa.



La mia casa nel Chung-nan

Di media età mi volsi ad amare il tao.
Nei tardi anni dimoro alla soglia dei monti del sud.
Quando mi piace ogni volta da solo m’avvio,
ciò che è bello, in solitudine intendo.

Cammino fin dove l’acqua finisce,
siedo e contemplo le nubi sollevarsi nell’ora.
Se a caso incontro nella selva il vecchio,
lieti parliamo senza tempo per il ritorno.



Addio

Per la montagna siamo venuti insieme.
Tramonta il sole, chiudo l’uscio silvestre.
A primavera verdeggerà l’erba novella:
gentile amico tu torni, o non torni?


Le tre pitture che vedete sopra, su seta, sono di Zhang Xuan, "Women Preparing Newly Woven Silk"; pittore T'ang, ovviamente. Dal questo sito, dell'università di Pittsburg, che dà anche sintetiche notizie sui T'ang.




Questa pittura invece è di Zhou Fang, 8th century. The center portion of a scroll of ladies playing double sixes. Probably a Song copy. Da wikipedia


LU LUN

Canti di frontiera

S’è oscurata la luna, le oche selvatiche volano in alto,
il capo degli Unni nella notte cerca la fuga,
e noi l’inseguiamo presto, leggeri d’armi sopra i cavalli.
Alta è la neve. Riempie gli archi, le spade.



CH’UAN TE-YU

Alla maniera della torre di giada

Ieri notte la cintura della veste s’è scivolata da sola,
stamane un rosso ragnetto ho visto volare,
a cipria e belletto non riesco a resistere…
non è che il mio “randello” sta per tornare?



LIU TSUNG-YUAN

Neve sul fiume

Su mille cime si dilegua degli uccelli il volo.
Su diecimila vie degli uomini muore la traccia.
In solitaria barca, un vecchio, manto di giunco e tesa di bambù,
solo, pesca nel fiume neve e gelo.



LI SHANG-YIN

Salendo l’altipiano di Lo-yu

Quando viene la sera il mio cuore si turba.
Spingo i cavalli del carro sul vecchio altipiano.
Senza fine è bello l’ultimo sole.
Ma sono vicine, le tenebre brune.



CH’EN T’AO

Disappunto di primavera

Ho battuto le mani, ho scacciato il rigogolo.
Non voglio che canti sul ramo!
Cantando ha spaurito il mio sogno.
Non m’è riuscito di giungere sino a Liao-hsi.






Dipinto con dame T'ang, da fog.ccsf.edu


CHANG HANG CHIU-LING  

Guardo la luna e penso all'amico lontano

Sale dal mare la chiara luna,
sopra gli orizzonti ci unisce nell'ora.
Ma il sentimento nostro non ama il vuoto della notte,
la lunga sera ravviva la nostalgia, il ricordo.


A lume spento amo la piena del chiarore,
addosso sento la veste molle di rugiada.
Nulla posso donarti a piene mani:
torno nella stanza, sogno le ore felici.






Cortigiano T'ang, da artnet,com


TS'UI T'U  

l'oca selvatica solitaria

File e file ritornano, si perdono oltre confine.
Ma tu dove vai, tutta sola?
Nella pioggia di sera chiami le altre, perdute,
sulla diga deserta incerta discendi.

Sull'isola avvolta di nebbia passi nel fondo del buio,
la luna di frontiera fredda t'insegue.
Non è che devi incontrare l'arco disteso,
volare da sola al tuo pericolo non basta.


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